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  • Mauro Avino

Aspettando il 1 Maggio: la Notte del lavoro narrato a Sorrento

Aggiornamento: 8 nov 2020


Ieri 30 aprile si è tenuta contemporaneamente in tutta Italia la Notte del lavoro narrato, nella terra delle Sirene presso Villa Fiorentino a Sorrento. Slow Food in questo modo celebra il lavoro contadino ed artigiano, entrambi indissolubilmente legati alla terra e destinati all'estinzione, con essi il grande bagaglio di conoscenze e relazioni tra l'uomo, la società ed il suo ambiente.

I contadini come artigiani della terra, operatori della cultura contadina, presidi dell'ambiente e della nostra salute, gli artisti come contadini della nostra anima, entrambe le categorie riconosciute come lavoratori importanti per la società.

Aderendo all'iniziativa del sociologo napoletano Vincenzo Moretti ideatore della manifestazione diffusa, la chiocciola giunge alla sua quinta edizione. Nelle passate edizioni i luoghi di preferenza prescelti sono stati i fondi agricoli delle aziende partecipanti a Mercati della Terra di Slow Food.

Quest'anno invece, in occasione della mostra Manu Factum, ad opera dell'Associazione Peninsulart del maestro Marcello Aversa e con il patrocinio della Fondazione Sorrento, l'iniziativa realizzata dalla nostra Condotta è sbarcata a Villa Fiorentino, sede contemporaneamente dell'esposizione dei maestri artigiani sorrentini.

Dopo la visita guidata all’esposizione ed il momento musicale del maestro Anna Velichko con un violino realizzato dal liutaio Gianfranco Schiavo, hanno avuto il via intorno al fuoco i racconti delle storie di lavoro dei cinque narratori scelti per l’occasione:

Il liutaio Ernesto Scarpato, lo scultore Luigi Apreda, specializzato nella lavorazione del tufo, l’intarsiatore Ferdinando Corcione e a richiamare le origini della Villa la ricamatrice Onorina Russo e la famiglia Pane produttrice dei carciofi violetti Presìdio Slow Food nelle campagne di Schito a Castellammare di Stabia.

I racconti hanno resuscitato il valore dell'unicità del lavoro artigianale, quello locale apprezzato in tutto il mondo e surclassato oggi dalla concorrenza asiatica e dal processo industriale, le usanze tramontate per esempio dei corredi ricamati delle spose, oggi non esistono più, ma che alimentavano un settore intero della micro manifattura locale.

La posta in gioco è il deserto intorno, nel nostro quotidiano, di espressioni identitarie di valore culturali e sociali. La mancanza di conoscenza però è la prima minaccia alle eccellenza artigiane italiane, la manifattura come altrettanto i prodotti dell'agricoltura.

Dunque la diffusione delle conoscenze come indirizzo per la scelta consapevole.

Nella riunione intorno al calore del fuoco non poteva mancare l'elemento conviviale più forte, la condivisione del cibo. Qui i prodotti della terra sono stati i veri protagonisti, dal pisello Centogiorrni, il vino Sabato, i formaggi freschi di Tramonti, fino ai carciofi violetti di Schito, segni identitari di un territorio, di un tempo dell'anno, dei produttori di Slow Food.

Appuntamento all'anno prossimo.

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