La grande emergenza di questi giorni si tinge di colori diversi per ogni categoria di esperienze, sono giorni terribili per chiunque; dalla lotta per la vita dei malati di coronavirus, ai medici, agli operatori in prima linea, alle solitudini vissute nei propri appartamenti, al lavoro che si è fermato; ed una delle classi più colpite della rete di Slow Food è proprio quella dei ristoratori, fermi per decreto legge, ma dall'altra paradossalmente quella dei piccoli produttori, agricoltori, allevatori e trasfomatori, proprio ora quando si registra un aumento di vendite di beni alimentari in tutto il paese.
Dopo un Sondaggio lanciato due settimane fa dal Mercato della Terra Costiera Sorrentina a tutti i produttori della Campania, è emersa una triste realtà.
Non solo il dato più forte è che circa il 50% ha azzerato le vendite, ma che si sono interrotti, oltre i canali tradizionali, cioè la vendita nei GAS in città, nei Mercati della Terra e le forniture ai ristoranti, purtroppo anche le vendite ai negozi e supermercati per chi le praticava. E questo davvero non si spiega.
O forse si deve spiegare con l'eccesso dell'offerta che si è venuta a creare lato produttivo e che ha portato le catene delle distribuzione organizzata ad approfittarne pagando meno i produttori, tanto da allontanare soprattutto i più piccoli. Qui segnaliamo l'inchiesta di Stefano Liberti di questi giorni che denuncia come ancora i gruppi della grande distribuzione alimentare utilizzino le aste al ribasso.
Ma è nella rete puntuale dei piccoli produttori nelle campagne intorno a noi che ci sono i prodotti freschi più buoni, i prodotti tipici che stanno scomparendo, la trama della nostra identità, delle nostre tradizioni, della nostra storia e soprattutto l’arma più formidabile per la nostra salute, prodotti artigianali e liberi dalle minacce di un’omologazione planetaria dei gusti e da un’agricoltura industrializzata e chimica che ha perso le radici del gusto ed il contatto con i nostri piatti della tradizione.
I contadini hanno troppa dignità per lanciare un grido di dolore, lo facciamo noi per loro. Gli animali non possono essere abbandonati a sé stessi, il latte va raccolto, le potature vanno fatte, i braccianti vanno pagati
Hanno azzerato tutte le vendite perché vivono lontani dai centri cittadini, ma con spirito di iniziativa si stanno attrezzando con coraggio e con le loro apette e furgoncini, per consegnare uova, ortaggi freschi, salumi, formaggi, pane, pasta, frutta a chiunque ne faccia richiesta, soprattutto il migliore olio extravergine d’oliva dell’ultima campagna olearia e che giace invenduto. L’appello è a tutti i cittadini: compriamo dai produttori delle nostre campagne prima che scompaiano per sempre cancellati da questa emergenza e con loro tutti i prodotti della nostra infanzia che non esisteranno più, perché in questo momento il gusto, la salute e la solidarietà si uniscono insieme.
La mappa dei produttori lachiocciolaresiste.it lanciata dal Mercati della Terra di Slow Food Campania è un invito a tutti i consumatori a riprendere la buona alimentazione, a sostenere i nostri contadini e magari ad evitare di ingrossare le file dei supermercati già troppo intense.
«I Mercati della Terra, luoghi di incontro per una spesa diversa, ritorneranno appena sarà terminata l’emergenza e si farà festa, oggi invece sono i Mercati ad andare a casa delle persone» le parole di Mauro Avino il referente dei Mercati della Terra della Campania.
Alberto Capasso, il portavoce di Slow Food Campania, estende l’appello, oltre ai consumatori, anche a tutte le botteghe ed i negozi di città: «Anche voi potete fare la vostra parte, contattate direttamente i riferimenti nella mappa dei produttori lachiocciolaresiste.it. Portiamo in città i prodotti più buoni, sani e puliti delle campagne della Campania. Il pericolo è che, dopo l’emergenza, i nostri produttori, i custodi della biodiversità delle nostre terre e dell’ambiente, il patrimonio gastronomico della nostra storia regionale, potrebbe non esistere più. Diffondiamo questo appello, facciamo girare questa mappa, perché solo insieme si resiste».
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