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Arancio biondo sorrentino, ritorna a Villa Fiorentino lo Spremuta Day 2022


L'innesto dell'arancio sorrentino spiegato ai piccoli delle scuole primarie
L'innesto dell'arancio sorrentino spiegato ai piccoli delle scuole primarie

Lo “Spremuta Day” stamattina 16 febbraio è ritornato come tutti gli anni dal 2017 nell'agrumeto di Villa Fiorentino ed ha visto partecipare circa 300 alunni delle scuole elementari e medie degli istituti sorrentini.


L’iniziativa di Slow Food rivolta ai piccoli delle primarie, è stata realizzata in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente del Comune di Sorrento, con Fondazione Sorrento e da quest’anno con Penisolaverde Spa nell’ambito della manifestazione “SorrentoOrangeWeek”, l’evento nato per incentivare la trasformazione e il consumo delle arance raccolte dalle alberature pubbliche sorrentine.


Lo scopo è promuovere la conoscenza ed il consumo delle arance sorrentine sotto forma di succo, esaltandone le caratteristiche nutrizionali e le proprietà benefiche attraverso un percorso ludico-educativo pensato ad hoc per i più piccini, dall’assaggio guidato, al gioco, al riconoscimento delle etichette.


La parola Biodiversità introdotta per la prima volta nel lontano 1968 dall’entomologo Raymond Dasmann, essa si riferisce al grado di diversità della vita sul nostro pianeta.


Slow Food ha fatto di questa parola il fulcro delle sue battaglie, indirizzate a difendere una alimentazione più sana, non omologata dal boom dell’agricoltura industriale del ‘900, attraverso un ripensamento dello stile di vita, resiliente e radicato nelle culture locali frutto di secoli di adattamenti. E proprio in questi giorni, la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali entrano di diritto nella nostra Costituzione.


Slow Food Costiera Sorrentina e Capri da anni mette in campo azioni per contrastare la graduale scomparsa di un patrimonio gastronomico legato ad un paesaggio agrario caratterizzato da varietà vegetali e specie animali in via di estinzione a causa delle logiche produttive dei mercati, quali il noce di Sorrento e l’arancio biondo sorrentino.


L’arancio biondo sorrentino, registrato nell’Arca del Gusto di Slow Food, la cui coltivazione in penisola, pare risalire addirittura al 1300, ha un gusto straordinario, molto riconoscibile, piacevole ed equilibrato. Purtroppo a causa della presenza di piccoli semi, ma anche dell’abbandono progressivo dell’agricoltura sorrentina a favore di altri comparti, non trova più una sua collocazione sul mercato.


Secondo noi il declino del consumo delle nostre arance, l’impoverimento della biodiversità agricola locale, sono le conseguenze delle logiche di un mercato globalizzato che non contempla l’attenzione alle microeconomie locali, alla salute dell’ambiente e a quel paesaggio agrario che noi dovremmo invece considerare come bene comune al servizio del comparto turistico.

La conseguenza è che non offrendo più una giusta remunerazione ai pochi contadini che lo coltivano, si sta sostituendo con il più remunerativo limone sorrentino, l’agrume che, grazie al lavoro dell’unico consorzio presente, rimane ancora una solida realtà sullo scenario nazionale ed internazionale, ma l’arancio va salvato perché rappresenta la nostra identità e quella non ha prezzo.




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