Ieri domenica 27 ottobre a Monte Faito nell’area picnic è partita la prima domenica di questa manifestazione, nata su proposta di Slow Food, con la Pro Loco di Vico Equense come soggetto attuatore, con il supporto di diversi enti e istituzioni e con le numerose Associazioni amanti del Faito queste le vere protagoniste delle attività proposte e co-organizzatrici dell'evento.
Abbiamo registrato una affluenza notevolissima, molto maggiore di tutte le nostre aspettative, dunque lunghe file alla funivia, un notevole afflusso di automobili, migliaia di persone alla scoperta del Faito, molte che lo visitavano entusiaste per la prima volta.
La tanto amata festa della castagna era ormai assente da più di dieci anni, abbiamo così ritenuto che poteva essere il momento giusto per rilanciare al pubblico attento un messaggio più ampio.
Le Sagre, nel cui nome si intuisce la antica radice di sacralità, purtroppo oggi per la maggior parte si sono trasformate, da esperienze autentiche di cultura e tipicità locale, in macchine veloci dove non c’è più tempo di conoscere chi ti dà il cibo, di cui non se ne capisce la reale origine e dove l’esperienza del consumo incide sulla resilienza del territorio e sulla cultura delle persone.
Gli avventori delle attuali sagre mercificatesi, arrivano come voraci locuste per prendere tutto e subito, vanno via senza aver stretto un qualunque tipo di relazione con le persone del luogo, avendo consumato l’ambiente, senza tornare più se non l’anno successivo.
Ci siamo chiesti se era possibile una via diversa per questi eventi, più attuale e capace di sollevare anche temi, quelli cogenti che riguardano la nostra vita di cittadini e quelli del nostro pianeta, che guardasse al futuro piuttosto che all'immediato presente.
Così come tre anni fa Slow Food tentò di accendere l’attenzione sui castagneti abbandonati del Faito, in linea con gli obiettivi degli Stati Generali delle Comunità dell'Appennino, oggi con questo spirito abbiamo cercato di attirare l'attenzione gettando le basi di giornate della castagna diverse.
Una manifestazione cioè che non fosse una Sagra, bensì un luogo dove i bambini e gli adulti potessero sperimentare, alla luce del pieno sole, un nuovo rapporto con la montagna ed il territorio, attraverso escursioni guidate, laboratori didattici per bimbi e adulti, le degustazioni e l’acquisto consapevole dei prodotti tipici.
Inoltre mangiando nei luoghi deputati, le aree picnic o nei ristoranti, prenotati in largo anticipo così come segnalato puntualmente, è possibile stabilire le giuste relazioni con i luoghi, piuttosto che con l'identità gastronomica del posto.
Giusto per rimanere nel nostro campo, ad esempio, pochi sanno che la filiera del cibo, dalla produzione, al trasporto, alla sua trasformazione ed allo smaltimento, è la fonte maggiore di inquinamento del nostro pianeta e di lesione di fondamentali diritti umani.
E questo è uno dei nostri temi identitari e che abbiamo messo in pratica. Secondo noi infatti, chi acquista direttamente dai contadini, evitando le filiere della grande distribuzione e della agricoltura industriale spesso dannosa per l’ambiente e per l’uomo, chi diminuisce il consumo di carne, chi rispetta la stagionalità del cibo, assumendo un atteggiamento meno ‘consumista’, più lento e sostenibile, deve ritenersi a tutti gli effetti un cittadino consapevole ma addirittura un’ambientalista attivo.
Abbiamo sicuramente fatto un’interessante esperienza che, al di là delle tantissime cose che si potevano correggere, però ci lascia dei doverosi spunti di riflessione. La prima positiva va a quelle tante famiglie che, salendo con i loro piccoli con le prime corse della funivia, avendo programmato e prenotato in largo anticipo sia le attività didattiche, piuttosto che i ristoranti per il momento del pranzo, hanno vissuto una bellissima esperienza e ne siamo felici e questa era la nostra ambizione.
La seconda è quella relativa all’esperienza entusiasmante di partecipare ad un progetto comune, mettendo insieme le forze e le singole peculiarità con le altre Associazioni, questo per arricchire di contenuti una manifestazione destinata a trasmettere il senso della montagna ed il rispetto per la natura, nello spirito della vera condivisione.
Spiace per ora di non aver avuto la partecipazione di quelle che, vezze a portare le loro battaglie nelle aule dei tribunali a difesa dell'ambiente, forse sono meno inclini alla divulgazione didattica. Ma la speranza gode sempre di ottima salute.
La terza riguarda il vero assalto alla montagna in una bella giornata di sole. Le presenze registrate, paragonabili a quelle di una domenica mattina in un Mercato della Terra di Slow Food e dove quasi non si avvertono essendo in centri cittadini, nel contesto di Monte Faito, però c’è da ammettere, incidono notevolmente. Insomma un'esperienza nuova dove la riflessione rimane aperta per una strada davvero slow.
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